Mi sono perso il posizionamento

Oggi vi voglio raccontare una storia vera. È una best practice al contrario, nel senso che ci indica in quali tortuosi percorsi si può infilare un imprenditore quando ha smarrito la ragion d’essere del suo locale.

È gennaio, ci troviamo in una località turistica molto frequentata da stranieri (specie d’estate), non in zona di pieno passaggio, comunque in una via ben trafficata. Due giovani decidono di aprire un ristorante in una location da anni utilizzata per quello scopo (dunque: nessun problema di “tracking”).

Nei primi di due mesi, gli imprenditori “posizionano” il loro locale preparando un’insegna molto accattivante, stampando volantini per farsi conoscere, aprendo una pagina Facebook che illustra gli interni del ristorante e i piatti.

Le persone iniziano a “testare” il menù, che è espressamente dedicato alla cucina tradizionale lombarda con rivisitazioni gourmet. Il passaparola funziona, arriva Pasqua e il locale propone due menù, di carne e di pesce, riccamente studiati, a prezzi abbastanza sostenuti.

Giunge l’estate e succede qualcosa.

Un giorno alla settimana, probabilmente il più “fiacco” dal punto di vista della vita del locale, arriva una scontistica dedicata del 20%.

A pranzo viene proposto un menù “da lavoro” che “da lavoro” non è, essendo attestato sui 20 euro circa.

Da ultimo, viene ideato un menù cosiddetto “turistico” che comprende, a prezzi popolari, piatti tipici di una trattoria, come le lasagne, le penne all’arrabbiata, il vitello tonnato.

Cosa accidenti è successo? Per quale motivo siamo passati da un locale intimo, ricercato, con piatti davvero curati… agli spaghetti alla bolognese?

Ho provato a darmi delle spiegazioni, le condivido qui con voi e ho poi piacere di ricevere in merito un vostro commento:

  • gli imprenditori non avevano calcolato che i turisti, quando vengono in ferie in Italia, cercano i piatti della tradizione (nella stragrande maggioranza dei casi)
  • forse avevano livellato troppo verso l’alto il loro menù iniziale e, trovandosi di fronte a una clientela non adeguata, hanno dovuto “ritarare l’offerta”

I due elementi di cui sopra mi fanno sorgere ulteriori domande sul processo logico che ha portato all’apertura del locale, che dovrebbe prevedere, PRIMA:

  • lo studio dei competitor diretti
  • lo studio della stagionalità
  • lo studio dei clienti potenziali (sia locali che turisti)

I due imprenditori non hanno certamente perso tempo, in questi mesi, e sono corsi ai ripari lavorando giorno dopo giorno per “rimettersi in pari” con le esigenze CONCRETE dei propri clienti.

Quanto avrebbero guadagnato – o risparmiato – se avessero prima ragionato e poi lavorato?

Il tema è delicatissimo, per questo l’ho trattato nel libro Il Bar di Successo.

 

Vuoi ricevere proprio il capitolo che parla dell’apertura del locale (la logica è identica, per bar e ristoranti)? Invia una mail a info@ristopiulombardia.it precisando “Richiedo il capitolo Libro come da post Arditi 23/6″), te lo farò inviare subito gratuitamente!

 

Attendo poi qui di seguito il tuo commento… hai mai avuto occasione di incontrare imprenditori che si sono trovati nelle stesse situazioni?

Un caro saluto da Jo!

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