Cuochi, camerieri, baristi, fatevi avanti!

 Sembra incredibile, ma secondo la Fipe, federazione Italiana Pubblici Esercizi, lo scorso anno le aziende del settore hanno fatto fatica a trovare cuochi, camerieri e baristi.

Questa notizia lascia sconcertati, se si pensa al tasso di disoccupazione dell’Italia.

Il fatto è che da una parte mancano i candidati, mentre dall’altra sono ancora presenti inadeguate competenze professionali. In sostanza, ci sono pochi ragazzi e la loro preparazione non è all’altezza. C’è davvero da rimanere senza parole, perché il nostro settore è caratterizzato da un altissimo numero di giovani, sia lavoratori che imprenditori: la maggior parte dei dipendenti dei pubblici esercizi ha meno di trent’anni.

Buone speranze provengono dall’alternanza scuola lavoro, ma è chiaro che qualcosa non funziona. È inutile che la scuola continui a formare professionalità che non riescono ad adattarsi al mercato del lavoro. La colpa non è ovviamente dei giovani, ma del mancato dialogo tra scuola e azienda. Il sapere necessario per lavorare in un bar o in un ristorante è in evoluzione. Se i formatori sono ancorati a processi e procedure di 10 anni fa, è facile immaginare la difficoltà che i giovani troveranno, una volta inseriti.

Personalmente credo che l’esperienza dell’alternanza sia davvero preziosa, sia per un giovane che per l’azienda che lo ospita: immaginate un bar in piena stagione, orario di punta, clienti impazienti, brioche finite, decine di caffè da preparare in poco tempo. È in questo esatto momento che il ragazzo capisce che le conoscenze scolastiche sono la base, sulla quale è necessario costruire una concreta esperienza.

Invito tutti gli operatori del settore a guardare sempre ai giovani come a una risorsa preziosissima: solo loro il futuro della ristorazione, dell’alta gastronomia, della ricettività. Non possiamo chiedere ai ragazzi di stravolgere le regole della formazione alla quale si devono attenere. Possiamo però, attraverso le nostre associazioni di categoria, agevolare una formazione adeguata.

Avete deciso di accettare un giovane per il periodo dell’alternanza? Volete che davvero viva un’esperienza interessante e, allo stesso tempo, volete utilizzarlo come risorsa piena? Non relegatelo in un angolino, spendete tempo per spiegargli come funziona il vostro locale e cosa vi attendete da lui. Motivato e inserito nel gruppo, il giovane si impegnerà a dare il meglio di sé, e il vostro rapporto diventerà win-win.

Hai già avuto la possibilità di ospitare studenti? Come è andata? Hai suggerimenti da lasciare ai tuoi colleghi imprenditori? Commenta di seguito, aiutaci ad alimentare la community!

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