Vegano, amico o nemico? Decidi tu

C’era una volta la principessa che, insieme al suo principe, degustava tranquillamente costolette, fiorentina, spezzatino, polenta e baccalà.

Ora principessa e principe, insieme a tutti i loro sudditi, assaggiano un’insalata, marsicano una mela, preferiscono le bacche e la quinoa.

Per fortuna viviamo in una Repubblica!

Non dobbiamo occuparci dei problemi dei reali.

Però un problema “reale”, scusami il gioco di parole, c’è e riguarda sia te che me.

La popolazione italiana, dopo decenni di disinteresse o poca conoscenza relativa agli alimenti, è diventata preparata. Attenta. Esigente.

Soprattutto, ha iniziato consumare meno carne, specie rossa, a favore di pesce e di verdura e frutta.

Da qui sono nati prima i vegetariani, poi i vegani, due target che si sono fatti importanti e aggressivi nel senso che non accettano compromessi: niente derivati animali significa niente derivati animali. O ascolti questa necessità, o il tuo cliente si alza e se ne va.

Come abbiamo già imparato, questi trend non durano pochi mesi, sono onde lunghe che attraversano anche i decenni.

La risultante è un consumatore che si ritrova completamente diverso dai suoi genitori e dai suoi nonni.

Lo sapete benissimo: sono cambiati i pesi degli scaffali in grande distribuzione e anche nel vostro locale sono comparsi ormai da tempo biscotti senza glutine, soia, latte di riso.

Realmente, però, cosa succede nel Paese?

A dare una risposta con dei contenuti reali, ossia dei numeri, ci pensa il Rapporto Italia 2018 di Eurispes.

Due sono i numeri che ti interessa annotare e che ti devi stampare bene in mente e ricordare ogni mattina quando apre il locale:

In Italia il numero dei vegani sta scendendo, si attesta a uno su 100.

I vegetariani invece stanno aumentando e rappresentano il 6% della popolazione.

Traduciamo questi numeri lato business per bar, locali e ristoranti.

  1. Nel numero, ti capiterà sempre una cliente che ti chiederà di non mangiare nulla che derivi dagli animali, dunque il tuo menu deve comunque prevedere qualche portata in linea con questa esigenza. Tipicamente stiamo parlando di consumatori evoluti, disposti a spendere, di buona cultura: non puoi tentare di prenderli in giro con un’offerta che non sia di qualità e comunque assolutamente in linea con quanto proponi di “carnivoro” all’interno del tuo locale.
  2. Costruire un’offerta per i vegetariani è molto semplice e, tenendo conto anche del trend del salutismo, è anche una buona soluzione per aumentare il traffico nel tuo locale e generare interesse tra i clienti.
  3. Le verdure sono considerate buone, sane, poco caloriche: a te il compito di presentarle non in modo triste, condite il giusto, per non perdere la clientela “fissata” con il wellness.
  4. L’innovazione la fa da padrone, pertanto le persone si attendono di essere stupite con preparazioni particolari, nuovi ingredienti, nuove soluzioni. Non dimenticare che il mercato va avanti. Il consumatore non è diviso in tanti silos che non comunicano tra di loro: ha una mentalità complessa e quindi esigenze complesse.

 

Attenzione anche a non sottovalutare temi quali il biologico, la sostenibilità ambientale, Il rispetto dei propri dipendenti, delle regole e delle norme della società.

Questo sto cercando di dirti: la coerenza vince sempre.

Un tempo non interessava a nessuno sapere che tu utilizzi lampadine a basso costo energetico: oggi comunicare queste informazioni, insieme a un menù dedicato proprio a chi sceglie di non mangiare carne, può risultare assolutamente vincente e anche fortemente differenziante.

Dal semplice caffè alla brioche vegana, al prodotto per il celiaco, il tuo bar o il tuo ristorante si devono trasformare in un’esperienza delicata per il tuo consumatore. Delicata  significa: “Mi prendo cura di te, lo faccio seriamente, senza fregarti”.

Il potenziale insito in questo atteggiamento è altissimo.

Ti invito a consultare il sito di Ristopiù Lombardia e di andare a leggere il nostro codice etico. Ho voluto racchiudere in un documento tutti i nostri impegni, presi nei confronti di dipendenti, fornitori, clienti e clienti finali.

Quando dico che ci metto la faccia, significa che desidero che la mia azienda sia trasparente, rispettosa delle norme, sempre attenta alla qualità.

Ti assicuro: anche tu puoi costruire il tuo codice etico e raccontarlo al consumatore. Scoprirai che il valore del tuo locale aumenterà e le persone ti stimeranno maggiormente.

Ti invito a seguirmi, nelle prossime settimane ci occuperemo di tanti temi caldi per il settore Horeca.

Lascia, quindi seguito, se vuoi, la tua opinione. Aiutami a costruire la community dell’Horeca.

A presto!

 

 

 

 

 

 

 

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