Le unghie sporche del cuoco

Lo so, fa caldo, certi argomenti sarebbe bene non trattarli quando la maggioranza delle persone è felicemente distesa in spiaggia a prendere il sole.

Ma questi casi che sto per elencarti potrebbero capitare anche a te, caro imprenditore dell’Horeca, nel momento in cui TU sei il cliente di qualche altro locale.

Consideralo un piccolo viaggio nella boutique degli orrori a portata di mano di chiunque (questo significa che nessuno di noi è mai del tutto al sicuro).

Pronti per te:

-Ti capita di osservare, in un momento di pausa, ossia mentre non è al lavoro, lo chef del tuo ristorante preferito. Le unghie sono sporche e non curate, l’igiene personale idem. Cosa ne deduci?

-Noti che puntualmente il tuo barista di fiducia è fuori a fumare una sigaretta, poi rientra e senza lavarsi le mani ti prepara un buon caffè. Cosa ne deduci?

-Butti l’occhio dentro la cucina del bar su lungomare, gli operatori stanno camminando su un pavimento sporco e lurido. Cosa ne deduci?

-Prendi in mano il menù che ti viene consegnato dal barista: è ricoperto da una patina di unto. Cosa ne deduci?

-Nell’insalatona di mare che hai ordinato, che dovrebbe contenere gamberoni e polpo, trovi solo tre gamberetti e un pezzetto di polpo. Cosa ne deduci?

-La cameriera del locale in cui stai bevendo un caffè, evidentemente in pausa, si lamenta dei clienti e delle loro pretese. Cosa ne deduci?

In tutti questi casi, non è necessario essere Sherlock Holmes per dedurre che… qualcosa non funziona, da ogni punto di vista e per tutti gli stakeholder.

In qualità di cliente sei esterrefatto e infastidito che possano ancora esistere situazioni del genere. In qualità di imprenditore ti vergogni per la figura barbina che fa l’intera categoria.

In qualità di potenziale soggetto che sta perpetrando queste azioni… chiediti cosa non sta funzionando.

Troppo spesso pensiamo che, anche se il nostro servizio non è all’altezza, il business non ne soffrirà. Che il cliente non lo capirà e potremo continuare a prenderlo per il naso.

Non funziona così, non funzionerà mai più così.

Dobbiamo imparare a distinguere.

Ci sono le regole di base, irrinunciabili, quelle che ci impongono di controllare igiene, preparazioni, attenzioni nei confronti del cliente. Ogni volta che porgiamo un caffè, con le nostre e mani e il nostro sorriso, noi e il caffè diventiamo ambasciatori del locale. Perché molti se lo dimenticano?

Poi ci sono le regole aggiuntive, quelle che posizionano il locale a livello basso, medio o alto della classifica dell’eleganza, della ricercatezza e bontà. Se il menù è sempre nuovo, se c’è varietà, se il cameriere ha una bella divisa stirata, se la pasta è cotta a puntino, la reputazione sale. Se il cuoco è sporco, il locale sarà sporco e la reputazione starà a zero. Facile, no?

È tutto molto semplice.

In questi giorni di meritato riposo, in cui controlli se lo chef stellato del tuo resort si prende cura della sua igiene, e dunque della tua salute, fermati a riflettere: ci sono temi che siamo costretti a presidiare e altri che, volendo, ci aiutano a migliorare il business. Quanto siamo concentrati solo gli uni, magari non riuscendo nemmeno a gestirli, e quanto ignoriamo gli altri?

Quanto siamo disposti a osservare i nostri piccoli errori, a fare autocritica, prima che il cliente si accorga che abbiamo usato un ingrediente scaduto cercando di fregarlo ancora una volta?

La posta in gioco è altissima. Non è solo una questione di regole da rispettare, ma di dignità del lavoro da vivere e da condividere.

Ti auguro di trovare sempre gli spunti per fare bene e ancora meglio.

Io nel mio piccolo ci provo. E spingo anche tutti i miei collaboratori a farlo. Sempre avanti e sempre col sorriso.

Ti è mai capitato di vivere, da cliente, una situazione spiacevole presso un bar o un ristorante? scrivi di seguito la tua esperienza, aiutami a costruire la community dell’Horeca…

Ciao!

 

 

 

 

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