Non è che ti sei perso qualcosa? Tipo il cliente?

 

Leggi di qui, vai al convegno di là, chatta con un imprenditore a sinistra, parla con un guru del marketing a destra, mi sono ieri imbattuto in un articolo che raccontava per filo e per segno i dati dell’ultimo Rapporto Coop sulla spesa alimentare degli italiani.

Se vuoi leggere il tutto, ecco a te https://www.mark-up.it/rapporto-coop-italia-fanalino-di-coda-in-europa-per-crescita-nei-consumi-alimentari/

Scremate le informazioni non pertinenti, un numero mi è balzato agli occhi e mi ha fatto riflettere:

“Solo la scritta “100% italiano” fa aumentare le vendite del 9%”.

Cosa?

Questa è una vera bomba!

Un conto è sapere che i prodotti italiani piacciono, un conto è capire quanto il fatturato potrebbe beneficiare di questa scritta.

Allora mi sono guardato attorno, immaginando di essere in un bar ben fornito.

E non ho trovato da nessuna parte l’indicazione “100% italiano”.

Stop! Fermo lì. Non ne sto facendo un problema politico, né di protezionismo.

Ti sto, più semplicemente, invitando a “tirare fuori” la ricchezza che già possiedi.

Il latte che usi?

Il prosciutto che affetti?

La torta che servi al pomeriggio?

Gli ortaggi per l’insalata?

Se sono prodotti italiani, perché non impari a raccontare la loro origine?

Il cliente magari non ti chiederà mai: “Scusa, ma da dove viene la lonza che mi hai dato da mangiare?” ma sarà ben contento di saperlo.

Ecco in cosa manchiamo e siamo carenti: non nei prodotti di qualità, ma nella loro narrazione.

Faccio un passo oltre.

Ci sono categorie di prodotto che, se abbinate al Paese di provenienza, non italiano, vengono apprezzate dieci volte tanto.

Pensa alla birra tedesca o belga.

Ai formaggi e salumi tedeschi.

Ai dolci francesi.

Alle torte della Mitteleuropa.

Ebbene, anche in questo caso, essendo i tuoi prodotti di qualità, devi assolutamente far emergere il loro valore! Devi narrare che la birra viene prodotta seguendo l’Editto della Purezza tedesco, che i maialini del salame vengono nutriti solo con mangimi ogm free; che i dolci usano solo frutti di bosco dell’Alto Adige.

Più il racconto sarà di valore, più il prodotto sarà percepito di valore, più potrai anche spingere sul prezzo, perché non starai vendendo cibo, ma un’esperienza, una storia, in cui anche il tuo cliente si sentirà un po’ protagonista.

Pensi che tutto questo sia difficile?

Io ho strutturato i miei team di Ristopiù in modo che ti possano prendere per mano:

-ci sono gli specialist, ipercompetenti per categorie di prodotto (chiama il Service Center al numero verde 800078844 e chiedi di parlare con la persona che ti occorre per una consulenza mirata)

-ci sono i blog verticali, come www.spiritieccellenti.it, www.oktoberfest365.com, che ti forniscono informazioni sui prodotti (e puoi anche acquistare)

-ci sono i corsi di formazione dell’Academy (vedi https://www.ristopiunews.it/eventi/)

-c’è il mensile cartaceo, che ti spiega nel dettaglio tutti i trend

Insomma, se vuoi puoi… cosa? Aumentare il fatturato.

Sta a te decidere se iniziare subito… o aspettare che il tuo diretto competitor occupi lo spazio vacante…

Come racconti i tuoi prodotti di eccellenza? Hai una tecnica consolidata? Condividila lasciando un tuo commento, aiutami a costruire la community dell’Horeca!

 

 

 

 

 

 

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