Wellness company, a che punto sei?

Ciao, oggi parliamo di trend. Ma non di prodotto, bensì di strategia da applicare in azienda, dal bar, al ristorante, al locale.

Secondo la società Landor, parte della multinazionale di comunicazione e marketing Wpp, il 2019 sarà caratterizzato da alcuni importanti cambiamenti, dettati dalla tecnologia e soprattutto dal nuovo modo che il consumatore ha di intendere la relazione con la marca e le marche di suo gradimento.

Uno di questi trend pare più interessante degli altri: è quello che lega le attività del marketing a quello delle risorse umane.

Contestualizziamo.

Tipicamente, nel settore Horeca, il referente per il marketing e le risorse umane è lo stesso… ed è l’imprenditore. Ma poco ci importa, in questo contesto, in quanto le indicazioni di cui dobbiamo tenere conto sononel segno del miglioramento delle competenze, non della complicazione del lavoro per tutti.

La ricerca dice, in sostanza, che questi due ruoli, queste due aree, dovranno lavorare in maniera sempre più sinergica.

Per quale motivo?

Perché tutte le aziende, dal bar del centro alla trattoria, dovranno iniziare a operare in modo che non solo sia salvaguardata la customer experience, ma anche la employee experience.

In pratica: non solo il cliente deve uscire contento dal tuo locale, dopo che ha mangiato i migliori ossobuchi alla milanese del pianeta. Anche il tuo dipendente deve essere felice di poter lavorare nel tuo locale (trasmettendo questa stessa energia positiva al cliente).

Questo spostamento di focus è fondamentale. Io lo pratico già da tempo, in Ristopiù, perché sono certissimo – e in questo caso confortato dalle analisi degli specialisti – che il successo del business passi attraverso i dipendenti.

Attenzione, ascolto, condivisione degli obiettivi, giusto ruolo da attribuire a ciascuno; periodici meeting motivazionali; corsi di aggiornamento: tutto funziona e tutto è utile per far sì che le persone che abbiamo in staff siano produttive… ma non perché devono esserlo, bensì perché hanno un forte senso di appartenenza all’azienda in cui lavorano.

Questo è il motivo per cui sempre più si parla di “wellness company”, ossia realtà imprenditoriali in cui il benessere è diffuso, non passa solo per il fatturato e si allarga a comprendere i fornitori, i partner, tutti.

Nella wellness company i problemi ci sono, ovviamente, così come le criticità e i cambi di rotta: ma tutto fa parte di un percorso e non viene vissuto come un ostacolo insormontabile. Le persone sono adeguatamente preparate ad affrontare le situazioni e si sentono in forte sintonia con la proprietà. Dalla macchina del caffè rotta al forno sporco, al magazzino in rottura di stock: se ciascuno ha ben chiaro qual è il suo compito e come può superare la situazione di difficoltà, il lavoro può riprendere e procedere spedito.

Nella wellness company non ci sono magie particolari, ma la valorizzazione delle competenze dei singoli.

A chi spetta iniziare questo percorso virtuoso? A te.

A chi spetta metterlo in atto? A te e ai tuoi collaboratori.

Chi ne beneficerà? Tu, i collaboratori, il cliente finale, i fornitori.

Ritengo che il percorso di creazione di una wellness company sia davvero stimolante e fonte di grande successo per chi lo intraprenderà.

Io stesso, ripeto, in tempi non sospetti, volli fortemente scrivere il nostro Codice Etico, un primo step che raccontasse a tutti gli stakeholder come si lavora in Ristopiù e quali sono i nostri valori fondanti.

Ti invito da subito a predisporre un analogo documento, e a esporlo e pubblicizzarlo nel tuo locale: il cliente ha bisogno di sapere se il suo bar o ristorante di fiducia è sostenibile, rispetta le regole, valorizza le persone, crea un clima costruttivo. Conoscere questo “mondo” è forse quasi più importante del sapere se il prosciutto proviene da un allevamento bio o meno… credimi.

Hai già intrapreso percorsi per attivare la wellness company? Quali risultati stai ottenendo? Scrivi di seguito la tua esperienza, mi aiuterai a costruire la community dell’Horeca!

 

 

 

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