Adesso ti spiego…

 

 

Ciao! Buon ponte, se stai ponteggiando.

Buon lavoro, se stai lavorando.

Oggi voglio raccontarti un’interessante esperienza che mi è capitato di vivere qualche settimana fa.

Mi invitano a cena in un agriturismo di cui non ho mai sentito parlare (non posso sapere tutto!). Siamo in provincia di Brescia, un po’ in collina, immersi nel verde.

La premessa degli amici: “Hanno le mucche, fanno loro prosciutto e formaggio…”.

Bene, mi dico, sono davvero molto curioso. E ho anche grandi aspettative.

Arriviamo. Ci sediamo.

Una cameriera, prima delle ordinazioni, ci porge dei cartoncini sui quali è spiegato brevemente il concept del locale: la provenienza del cibo, il fatto che è cucinato internamente, il discorso degli allevamenti di mucche e maiali, la produzione, ecc.

Resto subito ben impressionato: mi piace sapere cosa sto per mangiare e quanta cura viene dedicata alla preparazione del cibo.

Giunge la proprietaria a illustrare le disponibilità della serata. La sua descrizione dei piatti, abbastanza lunga, mi colpisce in quanto, per ogni portata, la signora precisa che si tratta di cibo da loro preparato, con quali ingredienti, quanto tempo di cottura e così via.

Scelgo i miei piatti: quando arrivano, ho la conferma che la proprietaria non ha millantato nulla. Il prosciutto crudo dei loro maiali, mandato a stagionare nel parmense, è davvero uno dei più buoni che io abbia mai assaggiato. Lo stesso dicasi per la burrata, la mozzarella, la tagliata e così via.

Tornando a casa faccio due ragionamenti… i motivi che mi hanno spinto a scrivere questo post.

Mi chiedo e ti chiedo:

il cibo sarebbe stato buono anche senza quella doppia spiegazione, di carta e verbale?

Sì.

Allora cosa è cambiato?

È cambiato l’approccio.

Io cliente sono stato messo nelle condizioni di capire ciò che stavo per consumare. Per cui, è la verità, ho gustato tutto in maniera doppia.

Da qui il mio suggerimento, a te e anche a tutti i miei collaboratori.

Quando abbiamo per le mani un prodotto di indiscusso successo, che sappiamo sfracellerà, quando proposto a menù, non accontentiamoci di farlo “vivere da solo”… aiutiamolo!

Descriviamo con dovizia di particolari la sua storia, la sua provenienza, l’impegno e l’amore dei produttori. Questo tempo sarà bene speso e aiuterà il cliente a vivere una esperienza gustativa di livello certamente superiore.

È difficile, costruire una narrazione di questo genere?

No.

Se conosci bene i prodotti che vendi, non farai fatica a preparare un breve insieme di informazioni da proporre ai clienti.

Se hai qualche lacuna puoi sempre riempirla o informandoti in autonomia, o partecipando per esempio a una delle nostre Master Class di Bar Academy (https://www.ristopiunews.it/eventi/), pensate apposta per arricchire di contenuti la semplice offerta di prodotti.

In tutti i casi ricorda: ciò che viene detto viene anche recepito. Se lasci tutto sotto traccia, c’è il rischio che il cliente si costruisca un’opinione superficiale, o falsata dal fatto che magari in quel momento ha mal di testa.

Se rendi le informazioni esplicite, costruisci una strada che il tuo cliente percorrerà in serenità.

Conosci qualche altra tecnica per invitare i tuoi clienti ad assaggiare per esempio nuovi prodotti?

Funziona?

Condividila scrivendola di seguito, aiutami a costruire la community dell’Horeca!

E buoni assaggi!

 

 

 

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