Bufale e cibo… siamo ancora qua?

Ciao!

Oggi mi chiedo – e ti chiedo – ma è mai possibile che le persone riescano a farsi “intortare” e a cambiare – sbagliando – le loro abitudini alimentari, solo perché hanno ascoltato uno pseudo-guru in tv?

Ti invito a riflettere molto seriamente sul tema, proprio come sto facendo io.

Qui ne va della salute anche delle nostre aziende.

Un caso molto semplice: pensa al mondo dei latticini, alla loro demonizzazione, e poi fai due conti: se il tuo business fosse centrato unicamente sulla vendita di prodotti a base latte Dop e Igp… che ne sarebbe del tuo fatturato?

Lo stesso dicasi per il vino rosso, la birra, la carne rossa, i prodotti lievitati, i prodotti con olio di palma.

Occorre davvero tanto sangue freddo per non mandare a quel paese tutti questi nutrizionisti improvvisati che vogliono insegnare agli italiani ad alimentarsi in modo corretto.

Peccato che, mediamente, la dieta più sana e corretta al mondo – posto che una persona non abbia problemi di salute o intolleranze varie – sia proprio quella Mediterranea: semplice, chiara, molto varia, ricca di frutta e verdura.

Come si fa a “educare” il nostro cliente, che davvero viene bombardato di informazioni non corrette?

La strategia prevede più livelli, che ti invito a seguire (la stessa cosa faccio io…).

Primo livello

Avere informazioni molto chiare da fornire: questo significa che noi imprenditori, in prima battuta, dobbiamo conoscere a menadito i prodotti che vendiamo ed essere pronti a rispondere alle obiezioni. Non è vero che il latte vaccino fa male, non è vero che  va tolto il glutine dalla dieta quotidiana e così via: fatti e numeri, non impressioni o provocazioni. Solo con dati certi si possono scardinare le credenze della clientela e riportarla nuovamente all’assaggio dei nostri prodotti.

Secondo livello

Condividere fonti autorevoli. Ovvero fornire alla clientela indirizzi su siti o libri sui quali si possano documentare. Siete clienti Ristopiù? Sapete benissimo che ogni giorno avete a disposizione, oltre a questo blog, anche un vero magazine, www.ristopiunews.it  guidato da un giornalista professionista, che racconta con precisione tutti i trend e l’attualità legata al nostro mondo: sono presenti ricerche, indicazioni, contenuti specialistici … materiale prezioso con il quale potete imbastire le discussioni. O che potete condividere con i clienti.

Terzo livello

Mostrare e dimostrare che il buon senso vince sempre. Che i nostri prodotti sono di qualità e possono essere consumati serenamente, essere inseriti in una dieta varia e ben calibrata. Il racconto delle nostre migliori eccellenze è fondamentale, per evitare che il cliente pensi che siamo un bar come un altro, un locale come un altro. Per questo è anche importante allargare l’offerta inserendo referenze per esempio vegane, o per gli intolleranti. Attenzione, però: questo deve essere un inserimento aggiuntivo, non sostitutivo!

Ultimo livello

Spiegare, bene, con chiarezza, che non è l’amico, non è il parente, non il cugino nutrizionista che stabilisce cosa significa “salute”. Chi pensa di avere problemi di salute, o vuole migliorare la propria dieta, deve assolutamente recarsi dagli specialisti medici. In questo modo mostriamo di avere il massimo rispetto per il nostro cliente. E lo aiutiamo a orientarsi in un mondo davvero complicato.

Cosa resta, alla fine, da completare?

Sì. Una cosa: rimanere “leggeri” ma molto determinati.

Qui si gioca la responsabilità del nostro essere imprenditori… non solo procacciatori d’affari ma, in ottica allargata, anche di welfare, attori protagonisti in senso positivo delle comunità in cui siamo inseriti.

Come ti comporti con le nuove richieste dei clienti, in tema alimentazione? Raccontaci di seguito la tua esperienza, aiutami a costruire la community dell’Horeca!

 

 

 

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