Non fare più il ristoratore…

La scorsa settimana, il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, ha pronunciato la seguente frase: “Se una persona decide di non andare più al ristorante bisogna aiutare l’imprenditore a fare un’altra attività”.

Posto che le frasi estrapolate da un contesto non hanno mai molto senso, proviamo a ragionare ugualmente insieme su questo contenuto.

Il viceministro è stato insultato da più parti.

In modo errato.

Primo: il ministro ha detto una sacrosanta verità che noi sosteniamo da marzo. Che, cioè, qualcosa, nel nostro mondo, è cambiato.

Qualcosa di importante e profondo: il cliente, in questi ultimi mesi, ha smesso di frequentare i locali. Ora sta riprendendo perché le attività godono degli spazi all’aperto, ma cosa succederà a partire da settembre-ottobre, quando farà freddo?

Possiamo noi obbligare le persone a mangiare al ristorante?

No.

Possiamo aiutare gli imprenditori a fare qualcosa?

Sì.

Se il pane non si vende, persino il panettiere si mette a fare altro.

Certo, non può farlo da solo e non può imparare un mestiere in cinque minuti.

Ma l’approccio è giusto.

Meglio un ristorante aperto e vuoto o un ristoratore che si reinventa youtuber?

A te la risposta.

Io ti dico solo che se cambiare occorre, tanto vale farlo subito e bene.

Magari anche aiutandosi reciprocamente.

Mentre il governo cerca di capire come intervenire, io mi sono mosso.

Se il cliente non entra nel locale, il locale deve andare dal cliente. E dovrà farlo specie in autunno e inverno.

Quindi il delivery e l’asporto che abbiamo aiutato a confezionare durante il lockdown dovranno essere gli strumenti che aiuteranno l’imprenditore a riconvertirsi.

Non vuole?

Io sostengo che non ha altra scelta: non perché sono cattivo, ma perché le sfide epocali vanno accettate e superate.

Quando ci dicono che dobbiamo cambiare, non dobbiamo prendercela: magari lo stanno facendo per il nostro bene. Il cambiamento è parte della vita, così come la capacità di adattarsi, o quella di accettare le nuove regole che ci vengono imposte dall’altro.

Chi avrebbe voluto la sciagura del Covid? Nessuno.

Non ti sembra che, come Paese, abbiamo dimostrato di saperla combattere al meglio?

Avremo commesso errori, ma abbiamo comunque superato una crisi sanitaria: adesso siamo in mezzo a quella economica. Ma siamo imprenditori, non giocolieri, e dobbiamo avere senso di responsabilità e tanta, tanta voglia di fare bene.

Io non ti dirò mai se questo governo ha fatto bene o male. Se le scelte sono state o meno azzeccate.

Io ti dirò sempre cosa ho fatto io insieme alla mia squadra.

Mi sembra un modo ragionevole per crescere e trovare nuove linee di sviluppo per il business.

E poi ricorda, Ristopiù Lombardia non ti lascia mai solo, nemmeno di fronte alla crisi più potente.

Noi possiamo offrirti consulenza, prodotti, servizi, ma anche spunti nuovi e originali per riconvertire il locale, per modificare gli interni, oppure la proposta commerciale.

Noi non sottovalutiamo la tua voglia di fare, tu non sottovalutare la nostra perizia nel sapere esattamente cosa il mercato in questo momento vuole da te.

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E poi non dire che non ti avevo avvisato!

 

 

 

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