Diamo i numeri… per poi ripartire

Inutile che pensiamo che il mondo è pieno di unicorni rosa. Dobbiamo tenere i piedi ben piantati per terra, se vogliamo ripartire.

Per farlo, dobbiamo innanzitutto capire dove siamo collocati; come sono posizionati i nostri clienti, cosa si attendono, cosa sono disposti a spendere.

Inutile far scorta di caviale se la gente richiede una piadina, giusto?

Allora capiamo come “siamo girati” a livello di Paese. E come noi aziende stiamo rispondendo alla fase di tensione.

Ci aiuta in questa disamina la Fipe con la sua “Indagine congiunturale sulla ristorazione commerciale” riferita peraltro all’ultimo trimestre del 2020: “ Il clima di fiducia scende a 56,1, ben 32 punti al di sotto del valore registrato un anno fa (88,2). I giudizi sulle prospettive di breve termine sono segnati da forte pessimismo”.

Siamo in picchiata, inutile nascondersi dietro a un dito.

Proseguiamo… “Le aspettative sul IV trimestre 2020 sono contraddistinte da forte pessimismo, in particolare riguardo alle performance economiche delle aziende e all’occupazione. Il quadro di incertezza che caratterizza la congiuntura non consente di guardare ai prossimi mesi con significativa fiducia. Atteso un ritocco al ribasso dei listini”.

Quando, nei prossimi mesi, la pandemia sarà un ricordo, toccherà rimboccarsi le maniche ancora di più.

Adesso si tratta di resistere.

Siamo pessimisti? Ok, io preferisco dire che siamo realisti.

Piangere non serve, pensare e reagire forse sì.

Abbiamo detto più volte che, in attesa della riapertura, delivery e asporto sono le nostre soluzioni salva-vita. Benissimo: allora incrementa il servizio, rendilo totalmente professionale. Fai sentire ai clienti che ci sei e che sei attivo.

Hai visto cosa è successo lo scorso weekend?

I centri cittadini e le località turistiche sono stati presi d’assalto dalla folla.

Da una parte è un male… perché questo porterà a un’impennata dei contagi.

Dall’altra parte è un segno molto forte: a essere pieni erano bar e ristoranti! Le persone hanno voglia di sedersi e godersi un caffè o un gelato, di vivere la normalità.

Appena sarà tutto “libero” i nostri locali torneranno a fatturare alla grande, esattamente come capitato la scorsa estate.

Certo, si tratta di capire: le aperture-chiusure repentine fanno malissimo. Così come fa male non capire quali regole seguire. Abbiamo bisogno di essere aiutati non solo economicamente, ma anche a livello organizzativo.

Per questo auspico che il presidente Draghi possa imprimere una svolta a questo modo di gestire le aperture degli esercizi pubblici. Ci meritiamo rigore e rispetto e non vogliamo essere gli unici a dover pagare per il mancato rispetto delle regole.

Siamo pronti a fare la nostra parte, ma vogliamo interlocutori seri, con numeri veri alla mano.

Il clima di fiducia delle imprese si risolleverà quando avremo la prova tangibile che qualcuno si sta occupando della nostra sorte.

Per il momento teniamo botta, come si dice, ma il livello di preoccupazione sale.

Il mio consiglio?

Lavora ogni giorno dando il meglio di te. Fallo per te, la famiglia e i collaboratori: sono loro la tua stella polare che indica il cammino.

Mascherina addosso e gel tra le mani, vendi i tuoi migliori prodotti e servizi: il cliente vuole solo questo da te ed e pronto a premiarti per questo tuo impegno.

Forza! La ripartenza è vicina!

 

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