Cara Milano ti scrivo

Cara Milano, cara Monza, cara Brianza… vi scrivo, mie amate zone, non perché ho deciso di cambiare lavoro e di diventare un poeta, ma perché penso che sia giusto tributarvi, in questa situazione:

-rispetto

-onore

-passione

-un grazie sentito

Siete le città che più hanno sofferto – insieme ad altre s’intende, mai dimenticheremo Bergamo e Brescia – la pandemia. E ancora oggi soffrite in uno dei vostri elementi di forza, quello della ricettività, rappresentato da bar e ristoranti, ovvero dai miei amatissimi clienti.

E io soffro con loro.

E per questo soffro pienamente con voi.

Ogni giorno i numeri sono impietosi, si parla di (in riferimento a Città Metropolitana di Milano e nelle province di Lodi e Monza Brianza, fonte Confcommercio Milano)_

-222 milioni, pari al -30% della condizione normale, quando il territorio è in zona gialla

-444 milioni, ovvero il -59% rispetto a un periodo normale, quando ci si trova in zona rossa

In questo territorio ci sono 21 mila esercizi di ristorazione (ristoranti che praticano servizio di somministrazione, ristoranti che fanno solo asporto e delivery, bar, gelaterie, mense e catering).

La domanda è: quanti saranno riusciti a resistere a fine pandemia?

La risposta è impossibile, in questo momento, ci sono troppe variabili ancora in gioco e un piano vaccini che non sta decollando come previsto e ci lascia “appesi” in balia di una sorte molto incerta.

Cara Brianza mia, se sei riuscita a sopravvivere alla peste manzoniana, alla guerra, alla ricostruzione, alla crisi dei mutui subprime, non ho dubbi che anche questa volta rinascerai dalle tue ceneri.

Il problema è capire, tutti insieme, noi del settore Horeca, come giungere alla fine di questa battaglia. Con quali energie di riserva…

Quante forze avremo ancora?

Io credo non moltissime, perché un anno inizia a pesare sulle spalle, ma sono molto fiducioso, dato che gli imprenditori come me e te sanno abbinare alla poesia anche una estrema concretezza, una buona capacità manageriale e un’eccellente capacità di pianificazione.

Io ti proporrei di buttare il cuore oltre l’ostacolo, di non concentrarti sulle zone rosse o arancio ma su ciò che accadrà tra pochi mesi. Resisti da una parte ma organizza dall’altra… molti lo stanno già facendo e puntano proprio a staccare i concorrenti che nel frattempo si sono persi a contare gli euro nella cassa.

Formazione, trend, innovazione di prodotto e servizio, delivery e asporto esclusivi, nuove forme di targettizzazione e promozione… ecco gli elementi su cui puoi lavorare sin da adesso.

Non avere paura: le città e i loro abitanti sapranno premiare assolutamente il tuo impegno, come già avvenuto nelle scorse settimane.

Le città hanno bisogno della vitalità espressa e garantita dai bar e dai ristoranti, hanno bisogno di socialità e di luoghi di aggregazione in cui ci sia anche buon cibo.

Coraggio, siamo arrivati all’ultimo miglio di questo incredibile sforzo.

Arriveremo stanchissimi, ma arriveremo, tutti insieme!

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