Cosa imparare da Zlatan?

Ha fatto molto scalpore, alla chiusura del Festival di Sanremo, il monologo recitato da  Zlatan Ibrahimovic, attuale calciatore del Milan, fuoriclasse che anagraficamente potrebbe essere a fine carriera e che continua a stupire.

Gli sportivi già conoscevano la sua attitudine a un protagonismo molto accentuato in ogni situazione. Tutti gli altri… lo hanno scoperto!

Sono andato a leggere questo mini-discorso e sono rimasto molto colpito. Te lo ripropongo.

“Tutti conoscevano già Zlatan prima di questo Festival. Allora perché Zlatan è venuto qui. È venuto perché gli piacciono le sfide, l’adrenalina. Gli piace crescere. Se non fai sfide con te stesso non puoi crescere. Io ho giocato 940 partite, ne ho vinte tante ma non tutte.

Ho vinto 11 scudetti, ma ne ho anche perso qualcuno. Ho vinto tantissime coppe, ma ne ho anche persa qualcuna.

Sono Zlatan anche senza aver vinto tutte le partite.
Sono Zlatan quando vinco e quando perdo.

Ho fatto più di 500 gol ma ne ho anche sbagliato qualcuno. Pochi. Qualche rigore è andato male, ma il fallimento non è il contrario del successo, ma è una parte del successo.

Non fare niente è il più grande sbaglio che puoi fare.
Se sbaglia Zlatan, puoi sbagliare anche tu.

La cosa importante è fare la differenza ogni giorno. Impegno, costanza, dedizione. Ho organizzato questo Festival per dirvi che ognuno di voi nel suo piccolo può essere Zlatan. Voi tutti siete Zlatan e io sono tutti voi”.

Ecco le mie sensazioni di “pancia”:

-All’inizio ho pensato che uno che parla in terza persona citandosi, Zlatan qui, Zlatan lì, sia del tutto fuori di testa, con un ego smisurato, uno da mandare subito a quel paese e relegare in un campo da calcio.

-Poi, riflettendoci bene, ho capito che c’è molto di più. Il suo è un discorso prettamente motivazionale. Zlatan prende per mano le persone e le accompagna verso una migliore autostima.

Parte dal – giusto – presupposto di essere un super campione, ma abbina il fatto di non aver vinto proprio tutto tutto, di non aver fatto proprio tutti i gol che avrebbe potuto.

Insomma, è un dio, ma anche un uomo, di sicuro speciale.

E noi possiamo essere come lui.

E questo mi è piaciuto.

Specie in un momento in cui davvero le persone non ne possono più… molti hanno bisogno non di una guida vera e propria, ma di poter credere che la vita migliorerà e il lavoro tornerà.

Se anche per un minuto questo calciatore ha dato una “scossa” ai più tristi o preoccupati, io dico “Bene così”.

Questo discorso vale anche per te e per me.

Siamo stanchi, l’anno è stato duro, tutti ci dicono che siamo quasi arrivati alla fine, ma questo traguardo si sposta ogni giorno più in là. Scarseggiano motivazione, denaro, obiettivi. Ecco, rileggere questo discorso ogni tanto male di sicuro non fa.

Ti incito, come sempre: mai mollare, è vero, siamo su una bagnarola che fa acqua da tutte le parti. Ma siamo insieme, sappiamo organizzarci e crescere.

E Ristopiù non abbandona mai nessuno al suo destino, per cui… avanti tutta e nel mio caso… Forza Inter!

Ps io ti aspetto sempre alle mie dirette del lunedì sera su Facebook, in questo mese dedicate al gelato! Clicca qui per partecipare… https://www.ristopiulombardia.it/landing/mese-internazionale-gelato/

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *