Da dove si riparte? E quando?

Il Paese è una macchina complessa.

Come si fa a far ripartire una macchina complessa? Quali sono le logiche?

E i settori più penalizzati dalla pandemia? Li facciamo riaprire e basta?

E quali sono i rischi correlati alle aperture accelerate? E alle non aperture?

L’Italia sta vivendo un momento unico.

È dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che le persone non provavano la sensazione di ricominciare tutto da capo.

Allora c’erano fisicamente case e aziende da mettere in piedi e ricostruire.

Adesso tutto è rimasto intatto, ma si è fermata la domanda del mercato.

Noi imprenditori di supporto all’Horeca ci siamo organizzati e abbiamo fatto sentire la nostra voce.

Ma non abbastanza; la confusione regna sovrana, specie in riferimento alle prospettive, ovvero alle date delle riaperture totali vere e proprie.

Da più parti ci viene detto “aspettare”… ma quanto?

Per fortuna recentemente qualcosa è cambiato.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, due giorni fa, ha lanciato messaggi molto chiari che qui ti riporto, riprendendoli da un articolo del Corriere della Sera.

Innanzitutto la logica con cui si pensa alle riaperture:

“Dobbiamo essere attenti a bilanciare le ragioni dell’economia con quelle della salute”

e

“Occorre un approccio graduale a seconda dell’andamento epidemiologico”

È giusto, lo comprendiamo e siamo d’accordo: nessuno di noi vuole anche solo immaginare che tra qualche settimana si debbano richiudere bar e ristoranti: sarebbe un massacro!

A questo punto meglio prudenza ma razionalità!

Veniamo ora agli orari del coprifuoco, da cui dipende buona parte del nostro business:

“il nuovo orario verrà formalizzato nel Consiglio dei ministri che potrebbe tenersi il 18 o il 19 maggio”.

In quella occasione è possibile che venga confermata la strategia:

“I centri commerciali nei weekend riapriranno alla fine di maggio e il settore wedding il 15 giugno. Forse si deciderà anche quando riaprire i ristoranti al chiuso”

E non è finita. Molti colleghi lavorano in zone turistiche, anche nella nostra bellissima Lombardia. Il Presidente del Consiglio auspica una rapida riapertura anche ai turisti stranieri, in totale sicurezza.

Potevamo sperare qualcosa di meglio? Forse.

Ma date quasi certe sono meglio che date campate per aria, specie se tutto questo sforzo si incrocia, proprio nella nostra regione, con una campagna vaccinale che sta procedendo davvero spedita.

Sicurezza+salute+anziani protetti=ospedali liberi e possibilità di riprendere ogni attività in presenza.

Questi sono i fatti a cui dobbiamo guardare. Tutto il resto è noia pretestuosa.

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