Chi dice donna…

Non è certamente il periodo per le frasi fatte, le frasi retoriche, qualunque tipo di pensiero sciocco. Il momento è difficile da tanti punti di vista, un po’ per tutti.

Ma questo non ci deve distrarre: oggi è l’8 marzo, si celebra la festa della donna.

Cosa dire, dunque, di non banale e non scontato all’altra metà della mela?

Primo: che se ancora c’è bisogno, un giorno l’anno, di ricordare il valore della donna, il pianeta non si è evoluto più di tanto, negli ultimi secoli.

Secondo: questo porta con sé il delicato tema delle quote rosa… servono, non servono? Al momento probabilmente sì, ma quel che più occorre è una nuova sensibilità che tutti devono mostrare.

Anche nel nostro Paese ci sono temi che ci interpellano tutti i giorni:

-il welfare: non esistono sistemi adeguati per aiutare le famiglie a sostenere i pesi (figli, genitori anziani) in modo che le donne non debbano sacrificare la carriera personale

-il tema stipendi: il divario tra donne e uomini è ancora troppo elevato

-le posizioni apicali: possibile che le donne non riescano a raggiungere i vertici delle aziende?

-la cura della famiglia: in capo sempre ai soggetti femminili

-la valorizzazione delle competenze specifiche femminili, le famose soft skill: dove vengono relegate in azienda?

-non parliamo poi della violenza domestica, dei femminicidi…

La situazione potrebbe essere migliore. Deve essere migliore. E deve partire dall’impegno del singolo, a livello personale e professionale.

Nel mio piccolo, come imprenditore titolare di Ristopiù Lombardia, ho cercato di valorizzare il più possibile il genio femminile. Nella mia azienda donne e ragazze sono la punta di diamante di diversi team, dalle Risorse Umane, al Marketing e Telemarketing, alla Comunicazione, dalla segreteria all’amministrazione.

Un marchio ad hoc, RistoDonna, identifica le iniziative a sostegno delle donne che durante l’anno realizziamo, come per esempio i corsi di autodifesa.

Ogni giorno cerchiamo, con spirito di collaborazione, di agevolare il lavoro in senso “flessibile”, così che gli impegni della famiglia possano conciliarsi con il lavoro. E il clima sia di conseguenza sereno.

Come detto: un piccolo passo ogni giorno, da parte di tutti, e vedremo dei miglioramenti concreti.

Certo, in questi giorni osservare donne e bambini che devono scappare da una guerra nel cuore dell’Europa fa male e fa chiedere che senso abbia regalare mimose a profusione.

Nei prossimi mesi saremo ancor più coinvolti nelle sorti del Vecchio Continente, tutti insieme. Dai nostri locali dovranno partire azioni di sostegno per quelle mamme e per quei bambini. Facciamoci trovare pronti, così da festeggiare la donna non solo l’8 marzo, con un dolce o un fiore, ma tutti i giorni, con azioni concrete.

Auguri a tutte le donne, di tutte le latitudini.

Auguri a chi lavora, a chi soffre, a chi accudisce, a chi non ce la fa più.

Auguri per un futuro di speranza. Abbiamo resistito a una pandemia, abbiamo gli strumenti per guardare al futuro non con una risata, ma con consapevolezza.

 

Buon lavoro a tutti, noi ci vediamo on line il prossimo lunedì per la diretta dedicata al Mese di Aperitivo Perfetto…

Hai idee o suggerimenti da lasciarmi per il mondo horeca?

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Un saluto da Jo

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