E ora che si fa?

Me lo chiedono in tantissimi, sia clienti del mio settore che colleghi grossisti che lavorano in altri settori.

Ora che si fa?

Abbiamo retto facendo l’impossibile da febbraio 2020 ad oggi.

E adesso ci si ripresenta una nuova sfida da affrontare, di cui intuiamo in questi giorni solo vagamente la portata.

Sto ovviamente parlando delle bollette, che a qualcuno sono già arrivate con cifre astronomiche. Al momento a essere più colpiti sono i settori farmaceutico, acciaio, ceramica, carta… ovvero quelli altamente energivori.

Ma non manca molto: anche i bar, i negozi delle città, gli uffici usano gas ed energia elettrica. E non possono smettere di farlo da oggi a domani.

Immaginiamo per esempio la scena per il settore della ristorazione:

-riscaldamento in inverno a 18 gradi

-luci accese il meno possibile

-orario di apertura contingentato

-meno dipendenti per far fronte alle spese delle bollette

-meno qualità nei prodotti per risparmiare per il motivo di cui sopra

Anche un “non addetto” ai lavori capisce bene che tutto ciò è insostenibile. Vediamo con ordine:

-riscaldamento in inverno a 18 gradi SIGNIFICA che le persone praticamente congelano cenando, motivo per cui smettono di uscire e se ne restano a casa

-luci accese il meno possibile SIGNIFICA rendere il locale fastidioso

-orario di apertura contingentato SIGNIFICA fatturare ancora meno

-meno dipendenti per far fronte alle spese delle bollette SIGNIFICA non poter servire i clienti adeguatamente

-meno qualità nei prodotti per risparmiare per il motivo di cui sopra SIGNIFICA non poter mantenere la propria reputazione faticosamente conquistata

Risultato finale: ancor meno clienti, ancor meno entrate.

Ti anticipo subito: io non so come risolvere il problema.

E non so nemmeno quanto sarà grande il problema che dovremo affrontare tutti, nessuno escluso.

Vedo però delle opportunità paradossali: grazie alle elezioni del 25 settembre, grazie alla presenza di Draghi sino a quel giorno e alla voglia dei partiti di predominare, soluzioni verranno trovate per aiutare le imprese e le famiglie.

Soluzioni a impatto forte per un tempo breve, però, restiamo con i piedi per terra.

Nel frattempo i ricercatori e coloro che davvero si intendono di consumi e impresa ci dovranno suggerire come mantenere in equilibrio la vita delle aziende e la spesa dei consumatori.

Come tutti sappiamo, infatti, se le aziende si fermano i dipendenti non possono avere redditi adeguati, dunque consumano meno, dunque spendono meno e tutto si congela.

Se non vogliamo arrivare a questo momento dobbiamo affidarci a chi ne sa più di noi e, nel frattempo, ciascuno nella propria realtà imprenditoriale, può:

-eliminare le spese superflue

-efficientare ogni area aziendale

-prepararsi ad aprirsi eventualmente ad altri mercati

Difficile? No, difficilissimo. Ma insieme ce la possiamo fare.

Io sono a tua disposizione per un confronto aperto, scrivi a mit@ristopiulombardia.it, troverò il modo di aiutarti a trovare soluzioni intelligenti per la tua realtà.

Come sempre avanti tutta!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *