E allora facciamoci del male

Per guarire da una malattia bisogna capire di che male si sta soffrendo.

Per cui ti invito a fare una cosa fuori dagli schemi: a entrare profondamente nel nostro malanno, quello che ci coinvolge tutti, per capirlo… e da qui provare a trovare una cura.

Anche solo comprendere la situazione nella quale ci troviamo può essere d’aiuto: per preoccuparsi delle cose corrette e per non gridare “al lupo al lupo” in maniera indistinta.

Ci aiuta in questo un interessante articolo del Sole 24 Ore della scorsa settimana, che qui riassumo nei suoi capisaldi.

Sei pronto?

Andiamo a tuffarci nel nostro disastro… alimentare, perché questo è l’argomento, legato ovviamente ai rincari delle materie prime.

-In Europa la situazione prezzi è peggiore che negli Stati Uniti per via della tempesta perfetta che ha messo assieme post-pandemia, guerra, clima. Le scorte globali si sono ridotte, i prezzi sono aumentati.

-Cereali, semi, oli vegetali, ma anche legumi, prodotti di origine animale, zucchero e caffè in poco più di un anno sono aumentati del +100%

-Per alcune materie prime la guerra ucraina ha funzionato da moltiplicatore dei rincari, ma solo nel Vecchio Continente. Il motivo? Noi dipendiamo a livello energetico dai combustibili fossi russi, per cui… Cresce il prezzo del gas, cresce il prezzo delle materie prime che necessitano di produzioni energivore.

-Allo stesso tempo, l’euro dopo tanto tempo ha perso terreno sul dollaro.

Quindi, ricapitolando, mentre altri mercati sono leggermente in ripresa, come quello americano, da noi continua a piovere incessantemente e la tempesta non è per niente passata.

E si avvicina la recessione, come anche tu stai già vedendo: calano gli acquisti perché la gente non solo ha paura, ma ha anche meno denaro da spendere.

Quindi che fare?

Partire in guerra contro Putin per fare finire questa situazione il prima possibile?

Non spetta a noi, purtroppo, decidere le sorti di una guerra, certo è che questa instabilità politica colpisce ciascuna impresa italiana, nessuna esclusa.

Anche la ricetta che propongo ogni settimana, quella di risparmiare e ottimizzare il più possibile, è ormai stata acquisita da ogni imprenditore.

Forse, a questo punto, si tratta di condividere in modo più pieno con i collaboratori questa condizione delicata che stiamo vivendo. Per esempio, se vuoi fare formazione direttamente, gira questi dati all’interno della tua azienda, in modo che le persone sappiano bene qual è lo stato dell’arte e cosa ci attende. Anche solo promuovere l’abbassamento del riscaldamento di un grado necessita di una spiegazione molto convincente. A meno che tu non voglia ritrovarti collaboratori infreddoliti e per di più arrabbiati, dunque propensi a lavorare poco e male.

Cosa voglio dire? Che dobbiamo restare assolutamente compatti, non sfilacciare il tessuto sociale che abbiamo costruito durante la pandemia, ma renderlo ancora più forte. Perché ci attendono mesi complicati.

No, non staremo al freddo, ma avremo a che fare con bollette da paura e dovremo affrontare alcune rinunce: tutti assieme, però. Per evitare privilegiati e ultimi della classe.

Le aziende che prosperano sono quelle particolarmente solide a livello di organizzazione.

A che livello di compattezza sei tu?

Descrivimi la tua situazione scrivendo a mit@ristopiulombardia.it

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