È colpa del collaboratore… o no?

Se c’è una cosa che i cattivi imprenditori sanno fare benissimo è dare la colpa agli altri.

Non solo per le questioni realmente da imputare agli altri – andamento del mercato, eventi avversi e così via – ma anche per quelle che possono essere gestite senza troppa ansia.

Facci caso.

-La merce non precisa è colpa del fornitore.

-Il comando impartito e non compreso è colpa del collaboratore.

-Il prodotto meraviglioso che non è capito… dipende dal cliente che è ignorante

E così via.

Tutto sempre demandato agli altri.

Ci sono situazioni oggettive nelle quali effettivamente viene commesso un errore. Si osserva, si ripara e si va avanti.

Ma in tante altre situazioni, invece, ci sono madornali problemi di comprensione.

Sì, le persone non si capiscono quando parlano.

Non si ascoltano.

Non recepiscono.

Alla base, in verità, non si rispettano nemmeno.

Da qui a cascata errori che partono da errate interpretazioni, dalla fretta o chissà da cosa altro.

Ti sei mai posto il quesito: per caso qualcosa dipende da te?

Tu non sbagli davvero mai?

Sei l’unico imprenditore sulla faccia della terra che…

-Capisce il mercato

-Conosce alla perfezione tutte le sfumature del suo business

-Anticipa alla perfezione tutti i trend

-Ha un rapporto amorevole con i collaboratori, li agevola, li scusa, li fa volare verso le promozioni?

Complimenti allora, non sei un imprenditore, sei Dio!

In verità, caro semi-dio, nessuno è perfetto.

Non io, non tu, nessuno.

Vuoi essere un vero imprenditore illuminato? Un imprenditore di successo?

Impara a guardarti allo specchio, a capire dove e come sbagli, a chiedere scusa, ad accettare i consigli.

Solo in questo modo la tua azienda crescerà, beneficiando della tua apertura mentale e della verifica quotidiana. Solo in questo modo le persone ti seguiranno e ti attribuiranno il valore da “capo”. Smetteranno di obbedire e ti seguiranno perché percepiranno il tuo valore.

Difficile, vero?

Eh, sì, il primo sforzo da fare è quello di essere sempre molto oggettivi e pronti a mettersi in discussione. Lavorone, specie quando non si hanno più 20 anni. Ma indispensabile, ne va della salute del tuo business.

Il secondo sforzo è quello di accettare di non sapere tutto… ovvero di essere umani e di avere bisogno, in alcuni casi, anche di una guida.

Il terzo sforzo? Pensare positivo e condividere gli obiettivi con i collaboratori. Perché l’azienda che vive solo per l’energia del suo imprenditore è a rischio chiusura.

Siccome siamo tutti inter-relati, tanto vale è fare in modo di lavorare bene, in sintonia, senza sembrare competenti… ma diventandolo veramente.

Hai problemi con la tua leadership, vorresti migliorarla?

Scrivi a mit@ristopiulombardia.it, ti darò una mano io!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *