Violenza di genere, anche basta

Quando è troppo è troppo.

Siamo nel 2022 e ancora dobbiamo “festeggiare”, o meglio ricordare attraverso una giornata speciale, quella di oggi, le violenze che le donne subiscono in tutto il mondo e anche in Italia.

Incredibile.

In un mondo impegnato sempre a fare tutt’altro, a tornare sulla Luna, a sconfiggere le epidemie e le malattie, a mettere nelle mani di ogni individuo un computer sempre più potente, la furia animale dell’uomo non cessa di riversarsi su chi è più debole, in questo caso sulla donna.

La cosa positiva è che il movimento contro la violenza di genere è sempre più forte, anno dopo anno. La prova tangibile è data dai grandi player del mercato che si muovono… ecco due esempi.

Su 2 milioni di confezioni di latte Coop sarà indicato il numero  1522 del Dipartimento pari opportunità della Presidenza del Consiglio e gestito da Differenza Donna. E la catena McDonald’s dà il suo contributo installando nei locali igienici dei propri ristoranti fast-food gli adesivi con il numero da chiamare in caso di bisogno.

C’è bisogno di un numero antiviolenza? Sì.

C’è bisogno di ricordare costantemente quanto questa piaga sia forte? Sì.

Eccoli, per capire, presi da un articolo del quotidiano Avvenire:

-Nei primi sei mesi del 2022 sono state 61 le donne vittime di omicidi volontari

-Di queste, il 34% (pari a 21 donne) sono definibili femminicidi intesi, secondo la convenzione di Instanbul, come omicidi in cui le vittime sono «donne uccise in quanto donne»

-Per quanto riguarda l’autore del reato, si tratta del marito o del convivente nel 56% dei casi, del figlio o del genitore (19%), dell’ex marito (13%), del fidanzato o dell’ex compagno (12%).

Cosa possiamo dire noi imprenditori?

Che anche dalle nostre aziende può partire la cultura della parità. Sta a noi prevenire, fare in modo che le donne non siano oggetto né di interessi particolari, né di scherno, né di attenzioni poco opportune.

Le donne meritano, a parità di lavoro, la stessa retribuzione.

Il cambiamento parte da due livelli: quello dell’istruzione e quello della professione.

È una questione di nuova mentalità che i bambini, se educati, capiscono perfettamente.

E allora perché si trasformano in adulti violenti?

Noi non siamo psicologi e non siamo forze dell’ordine, ma a noi spetta dare il buon esempio e valorizzare il talento femminile. In verità dovremmo valorizzare il talento del singolo senza distinzione alcuna, ma sino che a che la vera parità non sarà raggiunta dovremo “combattere” così che alle donne venga garantito rispetto.

Ora guardati attorno, all’interno della tua azienda:

-quante donne sono presenti?

-Perché così tante? Perché così poche?

-Come viene gestito il lavoro se loro sono a capo di un certo team?

-Come vedi che riescono a conciliare famiglia e lavoro?

-Nella tua azienda sono in atto politiche di protezione dalle attenzioni non volute? E politiche di welfare?

-Ci sono strumenti di sostegno del merito?

Insomma, sei attivo o lasci che i tuoi collaboratori scelgano se essere rispettosi, educati o menefreghisti?

Dovremo da adesso e per sempre ricordarci di questi temi il 25 novembre o potremo cambiare qualcosa?

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