Cosa resta di Obama?

Ho avuto il piacere e il privilegio di assistere in diretta, qualche giorno fa, allo speech di Barack Obama in occasione del suo veloce viaggio a Milano.

È da quando ho vissuto quel pomeriggio che mi interrogo e mi chiedo: cosa resta, della sua presenza? Cosa resta a me, imprenditore italiano? Tantissimo, ma non quello che vi aspettereste.

Mi resta innanzitutto l’esempio. Ogni volta che ci confrontiamo con qualcuno che ha fatto nella sua vita qualcosa di grande, il primo istinto è quello di dire: “Beh, è stato fortunato”. Niente fortuna, nel suo caso, o forse un po’. Ma non è solo il destino a portarti nella Stanza Ovale; e se fosse davvero il destino, poi sarebbe comunque la tua capacità (o incapacità) personale a farti diventare un grande presidente o un personaggio mediocre.

Magnetismo: ecco forse il tratto che, più di tutti, segna il “passaggio” di un personaggio del genere. Le persone hanno “fame” di grandi leader, cercano una guida. Lui è stato un leader importante, per il popolo americano: questo abbiamo percepito, noi europei, durante gli anni della sua presidenza (che poi, adesso, lo stesso popolo abbia preferito un condottiero alla “vecchia maniera”, è tema che affronteremo in un altro momento). Obama è magnetico, non c’è niente da fare. Nella sala, prima del suo arrivo, l’aria era davvero elettrica.

Quanto sopra non è ancora sufficiente: quello che dobbiamo “rapire”, copiare, assimilare da un personaggio come Obama credo sia la capacità di possedere una visione. Noi imprenditori siamo bravissimi a lavorare con i numeri, i bilanci, i fatturati, le nuove linee di prodotto. Conosciamo il nostro mercato a menadito ma spesso manchiamo della capacità di vedere quello che succede nei massimi sistemi. Possedere questa vision NON è garanzia di aumento di numero di clienti da oggi a domani (non è mica una formula magica). È però essenziale possedere questo “plus” per cercare di capire in quale mare siamo tutti immersi. Per semplificare: anche il più grande squalo che nuota placido e che sottomette tutti i suoi simili deve sapere se il mare che la ospita è sano o inquinato; ricco di cibo o meno.

Obama ha una vision. Punto. E ogni volta che la trasmette noi dobbiamo essere pronti ad prendere appunti, anche se si tratta di problemi (apparentemente) molto lontani da noi, come quello della fame nel mondo.

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