Ri-parliamo di food delivery, è necessario

La redazione di RistopiùNews sta lavorando alacremente alla preparazione dei prossimi numeri. La cosa che più interessa al lettore – a parer mio – è sempre capire, attraverso i numeri, come si sviluppano i fenomeni e come si traducono in trend. Quindi… troverai un sacco di numeri imperdibili.

Un tema che secondo me è del tutto ignorato dagli operatori dell’Horeca è quello del food delivery, ossia dell’ordinazione on line dei piatti pronti con conseguente consegna a domicilio.

Tipicamente ignoriamo una cosa che ci fa paura sino a quando non ci sta venendo troppo vicino. Ebbene, ci troviamo proprio a questo punto: il food delivery sta per bussare alla nostra porta.

Sul numero di ottobre della testata i lettori troveranno dati davvero interessanti. Qui ve ne riporto alcuni e poi vi invito a recuperare una copia cartacea per saperne di più.

A livello europeo il digital food delivery sta crescendo negli ultimi anni del +19% in Germania. del +16% in Spagna, del +15% in Francia, del +13% in Italia e del +8% in Gran Bretagna.

Possiamo ignorarlo? No.

Dobbiamo considerarlo un nemico? Dipende.

Dobbiamo studiarlo e magari implementarlo? Forse.

La domanda a cui dobbiamo velocemente rispondere è questa: cosa vuole il nostro cliente?

Stando all’osservazione quotidiana e ai numeri di cui sopra vuole:

-Non fare la coda

-Non aspettare

-Non pagare in contanti, o comunque se possibile con un clic

-Avere informazioni precise da trasformare in scelte di acquisto

-Avere un fornitore fidato che disintermedia l’acquisto (i.e. se so che il mio pizzaiolo di fiducia è bravo, non mi occorre osservare come prepara la pizza, mi fido e me la faccio arrivare a casa)

-Avere un fornitore che si comporta in maniera etica e non paga i fattorini 2 euro l’ora

Il cliente è posizionato esattamente qua. E noi, invece?

Siamo ancora alla prese con menù non aggiornati? Non siamo in grado di far funzionare (o non vogliamo) il bancomat?

Non siamo inappuntabili nella costanza della qualità di ciò che proponiamo?

Se il cliente è disposto a rinunciare all’experience in funzione della praticità, noi ANCHE a questa dobbiamo puntare.

Ossia.

Dobbiamo catturare il cliente quando è nel locale, farlo sentire un re.

Accontentarlo anche quando è lontano da noi, ma cerca proprio il nostro prodotto o servizio.

“Ma allora dobbiamo raddoppiare gli sforzi!?”. Probabilmente all’inizio sì.

Ma se lavoriamo in centro a Milano e ci accorgiamo che la consegna può diventare strategica, non possiamo fare finta di niente. Dobbiamo muoverci, altrimenti qualche competitor si muoverà al posto nostro.

Nessuno pretende che un bar smetta di fare il bar e si metta a mandare i dipendenti in giro in bici a consegnare cappuccino e brioche. Ma qualche cliente potrebbe essere interessato a ricevere a casa quel particolare piatto così buono che ha assaggiato proprio il giorno prima a pranzo.

Occorre un business plan per vedere se il gioco vale la candela dal punto di vista economico? Certamente.

Occorre nuovo personale? Non è detto, dipende dal luogo in cui il locale è posizionato, dal target di clientela che serve, dal cibo che proporre.

Attenzione: le pizzerie da tantissimi anni svolgono questo servizio (prima bastava una telefonata, ora si può usare una app), ma non hanno mai modificato il proprio core business. Solo, hanno capito che la pizza è buona anche se arriva direttamente a casa, ancora calda.

La palla passa a tutti noi: quanto vogliamo essere flessibili?

Quanto vogliamo essere innovativi, creare relazioni digitali con il cliente?

Quanto vogliamo creare nuove occasioni di vendita?

Restare fermi significa mantenere il fatturato.

Muoversi significa incrementarlo.

A noi decidere. A te decidere.

Hai mai fornito un servizio di consegna a domicilio? Come lo hai gestito? Lascia nei commenti la tua esperienza, aiutami a costruire la community dell’Horeca?

 

 

 

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